L’UE propone di controllare e tassare chi fa business sul web

La Commissione UE propone un pacchetto fiscale che include una rivoluzione per chi fa business sul web, prevedendo che le piattaforme inviano i dati di chi fa affari su di esse.

Si tratta di un pacchetto fiscale importante che mira a rafforzare l’equità e a lottare contro l’abuso, cercando di mettere un freno alla concorrenza sleale e aumentando la trasparenza.

Queste sono le motivazioni che ci sono dietro la nuova riforma tributaria presentata il 15 luglio dalla Commissione UE e che vuole andare incontro ai contribuenti onesti.

L’idea è quella di costringere le grandi piattaforme digitali a condividere i dati di chi fa affari online acquistando e vendendo senza pagare tasse.

Se fino ad ora chi faceva affari sul web ha avuto vita facile, a breve scatteranno regole molto più stringenti che hanno l’obiettivo di evidenziare una maggiore trasparenza fiscale in termini di rendicontazione, tramite delle norme mirate.

Si prevede uno scambio di informazioni automatico sul reddito di tutti gli operatori economici che svolgono il loro business sulle piattaforme digitali.

Tra le norme presenti nel pacchetto c’è la cooperazione amministrativa, cosa vuol dire? La Commissione UE vuole estendere le regole europee vigenti in materia di trasparenza fiscale anche a tutte le piattaforme digitali.

Questo permetterebbe ai Paesi Europei di condividere tutte le informazioni fiscali di chi opera sulla piattaforme online, in questo modo saranno chiamati a pagare le imposte. Queste regole varrebbero per quelle piattaforme che hanno presenza fisica in UE, che vi risiedono, che vengono gestite o che utilizzano i vantaggi di svolgere l’attività in UE.

Uno dei problemi più grandi per poter individuare correttamente la base imponibile è dovuta dal fatto che molti di questi utenti che fanno business sul web, a volte effettuano transazioni con gestori di piattaforme che si trovano stabiliti in un’altra giurisdizione.

Per cui, la proposta è quella di imporre alle piattaforme di inviare i dati sui redditi guadagnati dagli utenti alle autorità nazionali, che le scambieranno in modo automatico per effettuare dei controlli fiscali congiunti.  In questo modo verrebbero fuori anche i furbetti che incassano soldi sfruttando piattaforme online presenti al di fuori del territorio nazionale.

La proposta include anche un piano fiscale composto da varie azioni che andrebbero in aiuto dei contribuenti onesti. Lo scopo è la rimozione di tutte quelle problematiche che si possono incontrare nelle varie fasi, dalla registrazione, fino al pagamento, nonché alla verifica e risoluzione di eventuali controversie.

Inoltre, è prevista anche l’introduzione di un osservatorio fiscale europeo che supervisioni le tendenze in tema di criptovalute e denaro elettronico.

Stop all’abuso fiscale

Un problema evidenziato più volte nel corso degli anni è quello della concorrenza fiscale all’interno dell’UE che vede spesso delle enormi differenze e delle azioni di abusivismo.

L’idea della Commissione UE è quella di proporre un codice di condotta che metta al centro l’argomento della concorrenza fiscale all’interno dei Paesi Membri.

Lo scopo è supportare i Paesi in via di sviluppo, migliorare la cooperazione tra stati e contrastare l’abuso fiscale che penalizza soprattutto quei Paesi che hanno un’economia poco solida.