La questione MPS si fa sempre più scottante: dopo l’intervento del neo Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, anche Lando Maria Sileoni, segretario genale Fabi, uno dei principali sindacati dei bancari.
L’idea di fondo di Giani e Sileoni è più o meno la stessa: evitare che si svendi MPS e che la si tratti come una scoria radioattiva. Per questo entrambi chiedono al Ministero dell’Economia, che detiene il 68.5% di MPS di far slittare al 2022 la cessione della partecipazione.
Le parole di Giani
Il presidente della Regione Toscana, in un incontro tenuto proprio a Siena non ha potuto evitare di esprimersi in merito alla banca che per diversi secoli ha rappresentato la città. La dichiarazione del neopresidente riguardo a Mps è piaciuta molto ai presenti:
“Non voglio vederla disperdere nei mille rivoli delle vendite. Mi impegnerò ancora di più perché Mps possa restare in mano pubblica e vedere se si trova una soluzione che gli consenta di mantenere il proprio profilo di identità. Sono ancora più convinto come lo ero da candidato del rinvio dell’accodo con la Bce per l’uscita del Tesoro da Mps. La banca la vedo come un insieme di grandi potenzialità da un punto di vista del management, di funzionari, maestranze”.
L’eco dei sindacati
I sindacati non hanno potuto che fare eco a queste parole incoraggianti di Eugenio Giani. I vertici della Fabi, il sindacato principale dei bancari, hanno diramato comunicati molto espliciti e Lando Maria Sileoni ha aggiunto:
“Sarebbe opportuno e auspicabile che il governo italiano chieda alle autorità europee, sia all’Unione europea sia alla Commissione di vigilanza della Bce, la proroga di un anno del termine per l’uscita dello Stato dall’azionariato del Monte dei Paschi di Siena, dal 2021 al 2022, affinché si possano valutare o costruire soluzioni non penalizzanti per il territorio, per i lavoratori e per la banca. I grandi gruppi bancari, peraltro, difficilmente potranno interessarsi all’acquisto del Monte dei Paschi sia perché hanno obiettivi diversi sia perché stanno portando avanti altre strategie”.
Il sindacalista ha poi sentenziato con veemenza:
“Qualunque soluzione che implichi un taglio del personale irresponsabile e socialmente insostenibile vedrebbe contrario il movimento sindacale. In ogni caso, qualunque sia la decisione su Mps, non tollereremo alcun tipo di macelleria sociale e contrasteremo ogni iniziativa che possa ripercuotersi sulle lavoratrici e i lavoratori dell’istituto”.
Mps, ricordiamo, ha più di 20.000 dipendenti e 1.400 sportelli e gestisce circa il 5% della raccolta bancaria italiana avendo il 5-6% degli impieghi.