Le pensioni sono sempre un argomento scottante e molto seguito, anche perchè in questa categoria rientrano sia i cittadini oramai in procinto di uscire dal sistema lavorativo, che i pensionati di invalidità e quelli di anzianità. Essendo stato il 2020 particolarmente negativo per le economie e quindi anche per il mondo del lavoro, è ovvio che le preoccupazioni su eventuali riduzioni di ogni tipo di pensioni risulti concreto e piuttosto giustificato.
Riduzione delle pensioni
Il 2021 non sembra essere l’anno migliore in assoluto per dire addio al mondo del lavoro: diversi sindacati infatti fanno notare che il trend inaugurato dallo scorso anno, quindi riferito ad un periodo temporale antecedente al Covid, fatto da sensibili riduzioni delle pensioni a causa dei coefficienti di trasformazione, in sostanza valori utilizzati nel sistema contributivo, che traducono in pensione annua il montante contributivo accumulato dal lavoratore nel corso della sua vita lavorativa. Questo subisce delle variazioni su vari fattori come l’alzamento della speranza di vita che “toglie” qualche euro dai portafogli degli italiani. La riduzione rispetto allo scorso anno del coefficiente “viaggia” tra il 0,33% e 0,72%. Calcolando una media, un contribuente che percepisce una pensione lavorativa di 1500 euro “perderà” circa 100 euro nel corso del 2021.
Decurtazioni su assegni previdenziali
Per quanto riguarda i tagli sugli assegni previdenziali questi verranno effettuati tramite 5 scaglioni nel corso di tutto il 2021, esclusivamente per chi percepisce importi annui maggiori di 100.200 euro, nella fattispecie del 15 % per chi percepisce 100.200 euro e 130.260, il 25 % su 130.260 euro e 200.400 euro. Su questi verrà applicata una ritenut che andrà a salire al 30% per gli assegni previdenziali che saranno compresi tra 200.400 euro e 350.700 euro. Lo scaglione non tiene in considerazione la pensione in toto ma la differenza, ossia la parte eccedente.