Sono tantissime le persone e i nuclei familiari che hanno bisogno dell’ISEE, l’Indicatore di Situazione Economica Equivalente. Utile per accedere a diverse agevolazioni pubbliche, non è sempre necessario. Quando non conviene richiederlo? Nelle prossime righe, puoi trovare tutte le risposte a questo interrogativo.
ISEE: quando non farlo
Prima di capire i casi in cui non è necessario presentare l’ISEE, vediamo un atttimo qualche informazione in merito a questo documento. La prima cosa da specificare in merito riguarda il fatto che, con la riforma dell’ISEE, per richiedere questo documento, che di fatto misura la ricchezza di un determinato nucleo familiare, è necessario compilare la cosiddetta DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica). Di cosa si tratta di preciso? Di un’autodichiarazione nella quale la persona che richiede l’ISEE per se stesso o per il proprio nucleo familiare inserisce specifiche relative al suo patrimonio, sia esso mobiliare o immobiliare.
Nel 2020 le cose sono cambiate: il legislatore, infatti, è venuto incontro agli utenti mettendo a disposizione una DSU precompilata. Dal momento che la procedura generale rimane complessa, è buono informarsi sulle situazioni in cui non è necessario presentare l’ISEE.
Entrando nel vivo delle principali misure di sostegno economico messe a disposizione in questo momento dallo Stato, ricordiamo che, per quanto riguarda per esempio il bonus bebè, la richiesta dell’ISEE è necessaria. Lo stesso si può dire per il bonus nido.
Devono presentare l’Indicazione di Situazione Economica Equivalente anche gli utenti che hanno intenzione di richiedere l’accesso alla pensione di cittadinanza e al reddito di cittadinanza.
Per quanto riguarda invece i casi in cui la legge non obbliga alla richiesta di questo documento, in primo piano troviamo tutto quello che ruota attorno alle agevolazioni per gli invalidi. Si tratta, giusto per fare alcuni esempi, di misure come la pensione di invalidità civile, gli assegni sociali e le pensioni di accompagnamento.
Nel caso specifico della pensione di invalidità, è il caso di ricordare che il punto di riferimento è il reddito personale. Cosa dire, invece, in merito all’assegno sociale? Che si considera il reddito personale, ma anche quello del coniuge.
Per quel che concerne invece l’indennità di accompagnamento, non c’è alcun legame con il reddito.