Pensioni, allarme rientrato? Ecco la verità

Le parole di Guglielmo Loy, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps hanno fatto impensierire una larga fetta di risparmiatori e lavoratori italiani dopo l’annuncio di un “buco” nei conti dell’Inps da circa 20 milardi di euro, di cui gran parte dovuti alla cassa integrazione, chiedendo da subito dei provvedimenti prima di essere costretti a misure decisamente drastiche come la riduzione delle pensioni, “un’ipotesi estrema, non certo peregrina“, come aveva dichiarato Loy.
La cassa integrazione è infatti tornata sul banco degli imputati in quanto anticipata per diversi settori professionali, generalmente quelli maggiormente colpiti dal covid.

Allarme rientrato

A “gettare acqua sul fuoco” ci ha pensato alcune ore dopo Pasquale Tridico, presidente dell’Inps che ha chiarito che non c’è nessun “buco” reale, spiegando le motivazioni del deficit rilevato a causa del periodo di crisi perpetuato dal covid che ha “eroso” la base destinata alla cassa integrazione che come detto è stata anticipata e del Fondo di integrazione salariale. Il modus operandi prevede dapprima il pagamento degli “ammortizzatori” con 4-5 miliardi di fondi per poi passare ai fondi Covid. Ad ampliare il “buco” rilevato sono stati inoltre i mancati contributi, ma si tratta di una situazione preventivabile, analoga ad altri momenti di crisi, come spiegato da Tridico che ha aggiunto: “Anche con la precedente crisi  abbiamo assistito alla stessa dinamica: il buco fu poi ripianato nel 2018 e il bilancio dell’Inps del 2019 è stato il più positivo degli ultimi dieci anni“.

L’Inps rassicura

L’Inps stessa rende noto di aver coperto la quasi totalità delle richieste relative alla cassa integrazione, 16,9 milioni di domande su 17,2 milioni per la precisione, che si traduce in una percentuale che supera il 93 % delle domande totali.