Attenzione, nuovo bonus INPS: ecco di cosa si tratta

La situazione pandemica ha portato una grande crisi sotto l’aspetto economico che sociale, portando diverse categorie di cittadini e lavoratori in una condizione molto complessa.
Non è un caso che l’esecutivo ha sviluppato nel corso dei mesi decreti e misure specificatamente pensate per le categorie maggiormente colpite dal Covid, come commercianti, liberi professionisti e tanti altri. Uno degli ultimi provvedimenti creati per i titolari di partita IVA è il Bonus Iscro.

Bonus Iscro

Questa misura si concretizza in una sorta di “mini Cassa integrazione” per i possessori di partita IVA e che avrà una valenza su tre anni, ossia dal 2021 al 2023, basato su mensilità che possono variare da 250 a 800 euro. L’ultima legge di Bilancio ha stanziato oltre 70 milioni di euro per questa misura, per ora avviata in via sperimentale, per i possessori di specifici requisiti.

Chi può ottenerla

In primis per ottenere il Bonus Iscro è necessario che i  lavoratori svolgano un’attività o di lavoro autonomo, o che risultino avere un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa. E’ bene specificare che l’aliquota per chi fa parte della Gestione Separata andrà aumentando nel triennio già accennato, nella fattispecie aumenterà a 25,98% nel 2021 e a 26,23% nel biennio 2022/2023.
Il richiedente dovrà dimostrare di aver percepito un reddito medio relativo all’anno 2020 inferiore rispetto a quanto avvenuto nel triennio 2017-2019, mentre il resto dei requisiti è riassumibile di seguito:

  • essere in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria.
  • avere la partita Iva attiva da almeno quattro anni alla data di presentazione della domanda, per l’attività che ha dato titolo all’iscrizione alla gestione previdenziale.
  • non essere titolari di trattamento pensionistico diretto né assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie.
  • iscrizione alla Gestione Separata.
  • non essere beneficiari di reddito di cittadinanza.

La mensilità sarà calcolata basandosi sull’ultimo reddito che l’Agenzia delle Entrate ha registrato, e corrisponderà al 25% di esso.