Contributi IVS: cosa devi fare per calcolarli? Se ti stai facendo questa domanda – cosa normale dato che parliamo di una forma di contribuzione che riguarda tantissimi cittadini – nelle prossime righe di questo articolo puoi trovare la risposta.
Contributi IVS: cosa sono
I contributi IVS – acronimo per Invalidità, Vecchiaia, Superstiti – è una forma di contribuzione il cui pagamento è dovuto dai dipendenti del settore privato e da varie categorie di liberi professionsti, come per esempio gli iscritti alla Gestione Separata.
La finalità è quella di avere come riferimento un sostegno nei casi in cui sopraggiunge l’impossibilità di portare avanti la propria attività lavorativa.
Come si calcolano?
Quando si parla del calcolo dei contributi IVS, non c’è un’indicazione univoca da seguire. Tutto infatti dipende da fattori come la tipologia di lavoro che si svolge.
La prima distinzione è tra lavoratori dipendenti privati – per i quali il pagamento di parte dei contributi IVS può essere sostenuto dal datore di lavoro – e titolari di Partita IVA (professionisti senza cassa, lavoratori dello spettacolo, artigiani etc.).
Entrando nel vivo dei numeri dell’aliquota contributiva, facciamo presente che può andare dal 24 al 33% della retribuzione/fatturato lordo.
Come sopra specificato, i dipendenti privati possono addebitare parte dei contributi IVS al datore di lavoro. In linea generale, la quota a carico del lavoratore è pari al 9,19% della retribuzione lorda.
Cosa dire, invece, dei consigli per il calcolo dei contributi IVS dei liberi professionisti? In questo caso, valgono fattori come l’età – nel caso degli artigiani, gli iscritti con un’età inferiore ai 21 anni pagano meno – per non parlare della cassa di appartenenza.
Nel caso degli iscritti alla Gestione Separata, si parla di una contribuzione previdenziale pari al 25,72%. Per essere precisi, il 25 è riferito ai contributi IVS. Il restante 0,72%, invece, riguarda un’aliquota aggiuntiva.
In tale frangente, ricorrendo alla rivalsa INPS in fattura pari al 4%, è possibile addebitare parte della contribuzione ai committenti.
Un’altra eventualità da prendere in considerazione è quella dei liberi professionisti che percepiscono una pensione.
In questo frangente, si parla di una contribuzione che corrisponde al 24%.