L’emissione da 20 lire rappresenta uno dei più longevi dell’intera storia monetaria italiana, visto che ha accompagnato diverse generazioni fin dalla proclamazione dell’Unità d’Italia nel 1861 fino alla dismissione della lira, nei primi anni 2000, anche se nelle ultime decadi del 20° secolo aveva perso così tanto potere d’acqusito da venire accantonata in maniera quasi totale.
La 20 lire, come numerosi tagli monetari ha rappresentato la perdita di valore, dovuta sopratutto all’inflazione (il calo del potere d’acquisto di una valuta), di emissioni un tempo molto “forti” da questo punto di vista.
Potere d’acquisto
Si tratta di un’emissione che per molti anni, almeno fino alla 2° guerra mondiale, ha goduto di valore importante, e ciò è testimoniato da numerose emissioni commemorative realizzate anche durante il ventennio fascista.
Un esempio è dato dalle monete commemortive da 20 lire del 1927 e 1928, soprannominate Littore per la figura allegorica presente sul dritto, raffigurata assieme alla rappresentazione femminile dell’Italia. Sul rovescio è presente un effige di Re Vittorio Emanuele III rivolta a destra. Sono monete molto rare, realizzate in argento 800/1000 e ciò è testimoniato dalla valutazione che supera i 10.000 euro se in condizioni Fior di Conio.
Nel 1928 furono realizzate delle altre monete da 20 lire, stavolta per commemorare il decennale della vittoria durante la prima guerra mondiale. Quste monete sono riconoscibili per il profilo del Re con l’elmetto, mentre sul rovescio è presente un fascio littorio con la frase MEGLIO. / VIVERE.VN. / GIORNO.DA / LEONE.CHE. / CENTO ANNI. / DA.PECO- / RA su sette righi.
Realizzata in circa 3 milioni e mezzo di esemplari, ha un valore molto variabile a seconda delle condizioni: può far guadagnare dai 100 euro fino a quasi 2000.
Ancora più rare le versioni di prova di questa moneta, di cui si conoscono due versioni: una in argento, che al posto della frase riporta solo “prima prova” leggermente decentrata, mentre l’altra realizzata in oro, presenta invece la frase, stavolta riportata su sei righe.
Essendo delle versioni di prova, sono pressochè introvabili: quella in argento supera i 10.000 euro, mentre una 20 lire del 1928 in oro può agevolmente valere oltre 100.000 euro.