Allerta multe per il Cashback: se hai fatto questo sei a rischio

Il Cashback di stato ha fatto parlare di se addirittura da prima della sua istituzione, avvenuta nel 2020 per decisione del Governo Conte II, alcuni mesi dopo la pandemia, che ha messo ancora più in evidenza la necessità o quantomeno la “convenienza” di sfruttare maggiormente in denaro elettronico.

La fase del lockdown, che ha portato la quasi totalità degli esercenti “fisici” a non operare anche per diverse settimane, ha infatti “convinto” una numerosa fetta di popolazione a rivolgersi al mercato online.

“Rimborso” di stato

Il concetto di Cashbacknon rappresenta una vera novità e sfruttata da molti portali e siti e-commerce: in sostanza si tratta di un modo per invogliare l’acquisto, promettendo una percentuale di “ritorno” dell’importo che l’acquirente effettua in fase di acquisto.

L’idea del Cashback di stato si applica solo per i pagamenti presso gli esercenti fisici e non quelli online, ma nell’ottica di ridurre l’evasione fiscale, e far “abituare” la popolazione maggiormente legata al contante a sfruttrare carte e bancomat. Di fatto si trattava, visto che non è stato riconfermato per il 2022, di un rimborso del 10 % di ogni acquisto effettuato con bancomat e carte a patto di effettuarne almeno 50 al mese. Per incentivare ulteriormente la popolazione è stato sviluppato anche il Super Cashback, un premio di 1.500 euro, spettante ai primi 100 mila cittadini che avranno eseguito il più alto numero di transazioni con strumenti di pagamento digitali.

Allerta multe per il Cashback: se hai fatto questo sei a rischio

Il Cashback ha creato una certa “spaccatura” sia tra la classe politica che tra i cittadini, anche per le possibilità da parte del sistema stesso di “aggirare” il numero delle transazioni necessarie per ottenere il Cashback e il Super Cashback: molti infatti hanno effettuato numerose operazioni di pagamento di cifre irrisorie per ambire al “premio”, ma questo porterà a delle multe vere e proprie.

Non è ancora chiaro le modalità e l’applicazione, ma la linea del governo Draghi sembra essere dura per chi ha “sfruttato” in maniera poco ortodossa il sistema.