Il nuovo governo introdurrà per forza di cose delle novità in ambito lavorativo e fiscale, vero “nodo gordiano” da sciogliere per trovare un equilibrio tra i sindacati e le varie tipologie di accordi lavorativi. In tutto questo ambito, la busta paga sarà probabilmente influenzata alcune novità che saranno rese note a partire dalla prossima legge di Bilancio che dovrà essere firmata entro la fine dell’anno. Ma come si legge una busta paga, che ha una forma di un documento unico ricco di cifre, sigle ed altri dettagli dalla non semplice collocazione.
Busta paga, ecco come leggerla correttamente – GUIDA
La busta paga, detta anche cedolino paga, ha una struttura tecnica definita, ma come accennato le varie forme di bonus, detrazione e “mosse politiche” nonchè sindacali influiscono la sua composizione in modo sensibile.
La struttura viene tendenzialmente composta in 3 parti: la prima, definita intestazione, è ricca di informazioni come il mese di riferimento, i vari dati del lavoratore e cioè dati anagrafici e riferimenti contrattuali, oltre alla posizione e all’inquadramento del lavoratore così come anche le varie informazioni legate al contesto lavorativo e datore di lavoro, come il codice azienda, numero di posizione INAIL e numero di posizione INPS. E’ inoltre presente anche la paga base (o minimo tabellare) del lavoratore.
La parte centrale è spesso quella definita più importante in quanto risulta essere quella dove sono presenti le prestazioni lavorative sotto forma di ore.
Nello specifico ci sono i dati legati alle ore, tra ore ordinarie, ore straordinarie, i vari premi di produzione, nonchè l’indennità, ossia le ferie, le festività, la malattia, l’infortunio, la maternità ed i permessi.
La terza parte è quella più ricca di informazioni ma anche quella più complessa da decifrare in quanto sono presenti i dati previdenziali e contributivi del contratto, così come il calcolo del TFR (Trattamento di Fine Rapporto): comprende il TFR lordo annuo che è pari alla somma di tutte le mensilità lorde maturate diviso 13,5.
Il TRF è sostanzialmente anche la liquidazione, ossia l’importo che viene accumulato nel corso del tempo trascorso con lo stesso datore di lavoro e che viene corrisposto a fronte della perdita dell’impiego.
In basso è anche visibile il salario netto mensile.