La storia del gettone telefonico ha avuto inizio quasi un secolo fa, in quanto risale proprio alla seconda decade del Novecento “l’esordio” di questo strumento che oggi appare assolutamente obsoleto, anche se fino a poche decadi fa era ancora utilizzato. Il nostro paese, come molti altri in Europa ha iniziato a munirsi piuttosto rapidamente del telefono dapprima negli uffici e nelle grosse costruzioni e poi molto gradualmente nelle abitazioni. Il 1927 è stato l’anno in cui una ristretta cerchia di popolazione italiana è di fatto “venuta a conoscenza” del gettone telefonico, una forma di strumento che di fatto è stata concepita per prendere il posto delle monete per “pagare” i telefoni pubblici di ogni forma e tipologia. Si tratta infatti di oggetti simili alle monete ma privi di valore nominale, a lungo acquistabili presso i rivenditori autorizzati come bar e ricevitorie. Il gettone telefonico concepito e sviluppato dall Stipel, una delle aziende telefoniche dello stato, operante nelle regioni di Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia, prima di essere inglobata nella SIP nel 1964.
Trova il gettone telefonico Stipel: ecco quanto vale
Questa prima forma di gettone di fatto non è stata messa a disposizione della “massa” in quanto fino agli anni 50 non erano state concepite ancora le cabine telefoniche. Durante la fiera campionaria di Milano, tenutasi proprio nel 1927 infatti i gettoni erano concepiti sotto forma di “prova” per i vistatori, in quanto erano utilizzabili escusivamente all’interno della fiera, proprio per testare questi nuovi strumenti. Stipel continuerà a sviluppare gettoni in buona quantità fino al dopoguerra. Dal 1959 infatti tutti i gettoni furono unificati nel formato tradizionale mantenuto fino al 1980.
Il gettone Stipel del 1927, come quello qui raffigurato è quello più conosciuto dai collezionisti, ed è realizzato in bronzo, di colore ambrato, con tanto di dicitura Società Telefonica Interregionale piemontese e lombarda, oltre all’anno 1927 ed il V, ossia il 5° anno dell’era fascista. Il valore di questo esemplare in media si aggira sui 100 euro, ma in condizioni eccellenti vale fino a 150 euro.
Ancora più raro quello in zinco, diffuso per pochissimo tempo e quindi ancora più ricrcato: il valore di questo esemplare può raggiungere i 250 euro.