Gli sport motoristici sono indubbiamente tra i più seguiti in Italia, anche se la MotoGP non gode dello stesso fascino della Formula 1. Ciononostante, i numeri garantiti dall’indotto economico relativo alle gare su due ruote rimangono impressionanti. Naturalmente il business può essere allargato a molti ambiti. Vale la pena citare le popolari piattaforme con scommesse riguardanti la MotoGP, ma anche il merchandising o le app di gaming e informazioni sul Mondiale. A dominare l’economia che ruota intorno al Motomondiale è stata fino a qualche tempo fa Dorna Sports, società spagnola che deteneva i diritti anche di Moto2, Moto3, Superbike e MotoE. Il bilancio del 2022 ha rivelato un fatturato complessivo da 425 milioni di euro, in crescita di un terzo rispetto all’anno precedente.
Nel 2022 l’Ebitda, ossia il margine operativo lordo, ammontava soltanto a 161 milioni di euro. A dire il vero, i risultati dell’ultimo lustro sono stati quasi sempre in perdita, influenzati dagli oltre 140 milioni annui di ammortamenti, che si riferivano prevalentemente al valore di 3 miliardi iscritto in bilancio tra le immobilizzazioni immateriali e relativo ai diritti per i campionati mondiali. Tuttavia, Dorna è stata comunque in grado di distribuire dividendi per 422 milioni, il che ha comportato un incremento dell’indebitamento finanziario netto, tale da superare i 900 milioni di euro.
Dal bilancio 2022 di Global Racing LX2, socio di maggioranza di Dorna, emerge però un valore complessivo di 2,7 miliardi di euro, quasi 20 volte l’equivalente dell’Ebitda. L’amministratore delegato Carmelo Ezpeleta è il responsabile della trasformazione della MotoGP, che oggi viene visto non solo come un evento sportivo professionale, ma anche come uno spettacolo vero e proprio, sulla falsariga di quanto accade per il calcio in Inghilterra. Il dirigente spagnolo si è ad esempio battuto in prima linea perché venissero introdotte le sprint race del sabato, anche a costo di modificare il regolamento generale del Motomondiale.
Se la Formula 1 continua ancora ad attecchire di più rispetto alla MotoGP il merito è di Liberty Media, gruppo americano che fa capo a John Malone e che una decina di anni fa ha investito addirittura 7 miliardi di euro per acquisire il “Circus”. L’era di Dorna Sports era destinata a finire e proprio nel 2024 Liberty Media ha acquisito i diritti della MotoGP per 4,2 miliardi di euro. L’intento è chiaramente quello di far collimare maggiormente il mondo delle automobili con quello delle moto. A conti fatti, si tratta di un’opportunità di crescita non indifferente per l’intero movimento motociclistico. Liberty Media si è garantita l’esclusiva sui diritti commerciali e televisivi delle competizioni. Dorna rimane azienda indipendente, ma ha ceduto l’86% delle proprie quote.
Ciò che accade ai piani alti non intacca però il senso e il valore dell’agonismo che si deve respirare tra i piloti. A livello puramente sportivo, negli ultimi anni la MotoGP si è rivelata più che avvincente. L’Italia può largamente sorridere, perché al momento il campione del mondo in carica e il principale candidato alla vittoria finale nel 2024 è Francesco Bagnaia della Ducati. Per “Pecco” si tratterebbe del terzo successo iridato di fila qualora riuscisse ad avere la meglio su Jorge Martin, che dall’anno scorso è il suo diretto rivale. Magari nel prossimo futuro il testa a testa tra i due assumerà una risonanza ancora più importante grazie agli interventi di Liberty Media sull’intero circuito.