La necessità di una pace fiscale spiegata semplice

Il Governo italiano che sta affrontando probabilmente la più grossa crisi del sistema nazionale dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha tra i propri compiti principali quello di sostenere le famiglie in grossa difficoltà economica.

I soggetti che avevano debiti fiscali pregressi sono messi a dura prova in questo anno così difficile: è un equilibrio molto delicato quello che mantiene in piedi le economie di molte famiglie.

Per questo il Governo ha promosso la cosiddetta “pace fiscale”, una moratoria delle cartelle esattoriali che ha spostato le pendenze entro, e non oltre, il 15 Ottobre 2020.

Il difficile rapporto del Fisco con i cittadini

Una delle preoccupazioni maggiori del Governo in questo ambito è senza dubbio quella di non andare a strappare il tessuto sociale: portando le economie dei cittadini a condizioni disperate la situazione non potrà che volgere al peggio.

Ecco perché cercare a tutti i costi una pace fiscale. Una manovra per recuperare tutti i crediti considerati ancora esigibili e ripartire in un nuovo clima disteso tutti assieme: cittadini, Istituzioni, banche, industrie, partite Iva…

Il problema è che in queste situazioni di emergenza a cercare di trionfare si presentano puntualissimi i “furbetti”: quelli che cercano di approfittare delle misure disposte dal Fisco per trarne benefici non meritati.

D’altro canto i cittadini hanno una percezione del Fisco non particolarmente positiva e guardano sempre con sospetto alle misure promosse: si pensi che oltre il 60% dei morosi non ha approfittato delle misure di dilazione offerte in questo particolare momento.

Si nota dunque un clima di sfiducia da ambo le parti: il Fisco guarda alla cittadinanza temendo furberie varie e dall’altra parte, il cittadino sospetta che dietro ad ogni mano tesa da parte del Fisco ci sia una fregatura.

La necessità della pace fiscale

Il lockdown ha senza dubbio messo in ginocchio il Paese ma se si vuole ripartire davvero bisogna rilanciarsi al fianco delle Istituzioni, mantenendo saldo i principi dello Stato.

L’idea è quella di far rientrare nelle casse statali una buona parte degli oltre 1.000 miliardi di Euro che attualmente sono registrati tra i crediti.

Gran parte di questi crediti sono oramai da considerarsi inesigibili o per lo meno difficilmente esigibili: si tratta di vicende in cui si ha a che fare con nullatenenti, con la scomparsa del contraente, con scadenze e con altre situazioni che rendono il credito piuttosto difficile da recuperare.

Circa un terzo di questa montagna di crediti è considerato esigibile e c’è l’interesse da parte del Fisco nel riscuotere senza per questo mettere in ginocchio le famiglie.

Ecco perché c’è bisogno della famigerata pace fiscale: rilanciare lo Stato e le sue casse senza portare alla disperazione i cittadini.