La truffa del pellet: ecco cosa è successo!

Quando si parla di truffe e raggiri, è purtroppo necessario fare attenzione a tutto. Esistono infatti casi come quello della truffa del pellet, del quale se sei  qui hai senza dubbio sentito parlare e hai intenzione di saperne di più. Perfetto! Nelle prossime righe di questo articolo, potrai scoprire qualche specifica in merito.

Truffa del pellet: in cosa consiste?

Della truffa del pellet si parla da un paio d’anni a questa parte. In cosa consiste di preciso? Si tratta di un raggiro che ha visto diversi clienti in varie parti del Paese pagare per una fornitura di pellet, combustibile che, da qualche anno a questa parte, è diventato molto popolare in virtù della sua sostenibilità.

Le persone coinvolte nel raggiro non solo non hanno ricevuto il prodotto nonostante il pagamento, ma si sono pure trovate davanti all’irreperibilità delle varie ditte. Ovviamente sono partite le denunce e, nelle situazioni in cui gli utenti truffati si sono rivolti ad apposite associazioni che operano nel campo della tutela dei consumatori, anche le segnalazioni all’Antitrust.

Una truffa molto frequente

La truffa del pellet è un raggiro che viene messo in atto di sovente. Come sopra specificato, se ne parla assiduamente da un paio d’anni. Dal 2018 ad oggi, i casi si sono moltiplicati in diverse parti della penisola.

Tra gli ultimi in ordine di tempo rientra una vicenda che ha portato, nel mese di settembre 2020, al coinvolgimento di madre e figlio di origine calabrese che avevano truffato oltre 200 persone. Come scoperto dalla Procura di Prato che ha effettuato le indagini, i due avevano promesso la consegna a domicilio di pallet, attirando i malcapitati clienti con prezzi decisamente vantaggiosi rispetto alla concorrenza (davanti a offerte a prezzi stracciati è il caso di diffidare un attimo, in quanto nessuno regala nulla).

La truffa è andata avanti per diversi anni. Le persone che avevano pagato, nella maggior parte dei casi non hanno mai ricevuto il pellet. Alla fine delle indagini, è stato possibile scoprire che madre e figlio, che operavano tramite una società con sede in Calabria e distaccamento a Prato, avevano precedenti per truffa e ricettazione.