Pace Fiscale: il bene di alcuni a scapito della credibilità del sistema

La pace fiscale, intesa nel suo significato più profondo, sembra impossibile in questo clima teso: un vero e proprio miraggio. La tensione è sempre alle stelle tra le parti: tra Fisco e contribuenti, tra Fisco e “furbetti” ed infine tra contribuenti onesti e “furbetti”.

Le manovre fiscali degli ultimi periodi non sembrano distendere gli umori ma anzi infiammarli. Una riprova chiara è quella che si è generata a seguito dell’Ordinanza 28072/2019.

La pietra della discordia

Le cartelle di Equitalia che finiscono negli inceneritori del Fisco hanno suscitato una forte polemica. La sentenza emessa dalla Corte di Cassazione che ha deliberato in favore di chi non ha pagato quanto dovuto, ha rinfiammato la tensione.

L’Ordinanza in questione, la già citata 28072/2019, sancisce che non si potrà procedere con l’inasprimento del regime di pressing fiscale su chi non ha provveduto al versamento delle quote dovute, contratte su interessi di mora inerenti a tasse multe e bollo auto nel periodo 2000/2010.

Il denaro risparmiato dai soggetti in causa ha fatto infuriare tutti i contribuenti che avevano regolarmente pagato quanto dovuto.

Il bene di pochi a scapito della credibilità del sistema

Seppure la misura messa in atto abbia senza dubbio aiutato molte persone a tirarsi fuori da acque pericolose, a livello generale ha creato un grosso malcontento.

In sostanza, molti si chiedono se è valsa la pena salvare qualche contribuente, magari non “furbetto”, per andare ad avvelenare tutto l’ambiente?

Senza contare che si suppone che la gran parte dei contribuenti salvati da questo provvedimento siano in realtà dei veri e propri “furbetti”, ovvero persone che approfittano di queste fragilità da parte del Fisco in maniera sistematica.

Il sonno tranquillo dei debitori e il pericoloso precedente

Coloro che non hanno pagato fino a mille Euro di debiti, possono dormire sonni tranquilli: debito annullato. Tutto ciò non ha solo indignato i contribuenti ma ha spinto a fare una dichiarazione molto pesante anche Giuseppe Conte:

“Ciò crea un precedente per eventuali future problematiche legate alla gestione dei capitali. Soprassedere sulla questione debiti consente l’incentivazione del reato. Tutto ciò attua un ammanco dei capitali dello Stato ed un precedente importante nella gestione della Pubblica Amministrazione”.