Pace fiscale, ultima spiaggia: 10 Dicembre

La situazione economica italiana è senza dubbio grave: il lockdown ha segnato profondamente la nostra realtà finanziaria e la ripresa è molto difficile.

Tutto questo però non può portare ad un nuovo “far west”, ovvero ad un sistema anarchico dove l’unico grido di battaglia è “mors tua, vita mea”.

Il sistema democratico e la convivenza civile, con le varie regolamentazioni e codici accettati, devono rimanere una base solida.

Il bisogno individuale, seppure pressante, deve comunque rimanere al di sotto del benessere collettivo. Per questi motivi una pace fiscale è possibile solo se anche i cittadini collaborano a ricostruire un rapporto di fiducia con le istituzioni.

Purtroppo in questo momento così delicato ci sono molti cittadini che, con grande noncuranza dei valori democratici, si sta approfittando della situazione per trarne benefici personali.

La deriva dei furbetti

Alcune misure disposte dal governo sono nate per sostenere le famiglie in difficoltà con debiti pregressi verso il Fisco. Alcuni cittadini in malafede, che molti chiamano “furbetti”, hanno approfittato di queste misure per evitare imminenti sequestri o pignoramenti, hanno avuto accesso ad agevolazioni e a rateizzazioni del loro debito, ma poi non hanno pagato nulla.

Si sono dunque liberati delle misure più severe e hanno rimandato tutto a data da destinarsi esponendo un tasso di menefreghismo altissimo.

La fine dei giochi: il 10 Dicembre

Una volta avuto consapevolezza di questi atteggiamenti da parte dei furbetti, il Fisco ha deciso di troncare ogni discussione e mettere un termine ultimo.

Il 10 dicembre 2020 è il “giorno del giudizio” per chi ha ancora intenzione di sanare la propria posizione nei confronti del Fisco.

Il fine ultimo rimane quello dei decreti dell’Esecutivo, rinominati “Rilancio” e “Agosto”: recuperare i debiti pregressi e ancora non saldati offrendo comunque una dilazione di pagamento. Ma stop assoluto a chi vuole approfittarsene.

Chi paga entro e non oltre la data del 10 dicembre, non dovrà pagare ulteriori interessi o alterazioni dei piani di pagamento concessi. Chi sgarra non verrà perdonato.

La data de 10 dicembre rimane come ultima spiaggia anche per chi era già decaduto dalla rottamazione, o dal saldo e stralcio perché non aveva correttamente adempiuto al pagamento delle rate scadute nel 2019.

Per essere del tutto chiari questa volta le istituzioni hanno messo un punto fermo: non ci saranno nemmeno i 5 giorni di tolleranza come previsto dall’articolo 3, comma 14-bis, del DL n. 119 del 2018. L’11 dicembre si sarà già fuori.