Regime forfettario 2020: cos’è, come funziona e i requisiti

Stai pensando di aprire partiva Iva? Sei alla ricerca di un regime fiscale adatto per avviare il tuo business che non comporti troppe spese? Scopriamo cos’è e come funziona il Regime Forfettario 2020 e quali sono i requisiti per accedervi.

Cos’è il Regime Forfettario

Il Regime forfettario è un regime fiscale agevolato confermato con la legge di stabilità del 2018, che assicura un’aliquota molto conveniente sull’imponibile del solo 15%. In più, nei primi cinque anni di avvio di nuova attività, l’aliquota è ridotta al 5%.

Il Regime forfettario resta l’unico regime agevolato a cui poter accedere, poiché il vecchio regime dei minimi è stato abrogato ed rimasto attivo solo per i titolari di partiva Iva che lo hanno scelto dal 2015.

Requisiti di accesso

Fino al 31 dicembre 2018 erano previsti 3 requisiti di accesso per il regime forfettario, ovvero:

  • Non superare una certa soglia di ricavi e compensi in base al proprio codice ATECO
  • Non superare la soglia di 5.000 euro di spese di lavoro dipendente
  • Non superare la soglia di 20.000 euro per costo di beni strumentali

Con la Legge n. 145/2018, sono stati rivisti i requisiti, di fatto, cancellati quelli sopracitati e inserito un unico requisito: aziende e professionisti non possono ottenere ricavi o compensi superiori a 65.000 euro, tali modifiche sono decorse dal 1 gennaio 2019.

Tassazione Regime Forfettario 2020

Il punto più importante da capire è la quantità di tasse che si pagano con il Regime Forfettario, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Come prima cosa è necessario calcolare il reddito imponibile, la parte di guadagno su cui pagare il 15% di tasse, per farlo, bisogna considerare il codice ATECO scelto per l’apertura della partita IVA.

Ogni codice ATECO ha un coefficiente di redditività che bisogna moltiplicare per il reddito. I coefficienti dei codici ATECO sono presenti sul sito dell’ISTAT. In termini pratici: un reddito di 10.000 euro va moltiplicato per il coefficiente di redditività, in questo esempio, il 78%. Da questa operazione viene fuori 7.800 euro, su cui bisognerà pagare i contributi e poi calcolare l’irpef al 15% o al 5% ( se startup per i primi cinque anni).

I contributi possono essere calcolati in base a una percentuale sul fatturato ( INPS Gestione separata), oppure, una quota fissa ( INPS commercianti).

Dalla sottrazione dei contributi dal reddito imponibile, si ottiene l’importo su cui calcolare l’aliquota Irpef e quindi la somma da pagare di tasse.

Ricordiamo che l’IRPEF al 15% ( o 5%) sostituisce tutte quelle ordinarie previste: imposte sui redditi, addizionali regionali e comunali, Irap.

Vantaggi Regime Forfettario

Chi aderisce al regime forfettario 2020 gode di diversi benefici, oltre all’aliquota ridotta:

  • Esonero delle scritture contabili ai fini IVA e di reddito. È necessario comunque numerare le fatture attive e i corrispettivi.
  • IVA assente sulle operazioni attive e non detraibile sugli acquisti, quindi, non sono previste liquidazioni e versamenti periodici IVA o altri adempimenti come Intra e black list.
  • Non assoggettamento a ritenuta alla fonte a titolo d’acconto
  • Nessuna qualifica come sostituto d’imposta
  • Esclusione dall’IRAP e studi settori/parametri
  • Fatturazione elettronica non obbligatoria
  • Regime agevolato al 35% sui contributi INPS ( valido solo per le imprese).

È evidente come il Regime Forfettario comporti un enorme alleggerimento degli adempimenti fiscali, questo si traduce anche in una spesa inferiore della gestione della partita Iva, poiché, solitamente i commercialisti applicano tariffe più convenienti per i regimi semplificati.