Emettere una fattura falsa è una pratica molto rischiosa ed è considerato un reato penale, non tutti sono a conoscenza dei rischi che si corrono e delle conseguenze. Ad oggi, resta uno dei comportamenti evasivi più utilizzato per cercare di ottenere un risparmio indebito di imposta.
A partire dal primo gennaio 2020 in relazione al tema della fatturazione falsa, sono cambiate un po’ di cose in seguito al recepimento della Direttiva Europea.
Quando una fattura è considerata falsa?
Una fattura è considerata falsa quando contiene dati non veritieri che modificano tutto o parte del valore dei beni ceduti o servizi prestati. Può essere ritenuta falsa anche per un solo euro, in quanto non sono previste soglie di delittuosità.
Le finalità di una fattura falsa possono essere molteplici: il contribuente può voler pagare meno impostate a fine anno sulla propria dichiarazione dei redditi o su quella della società di cui fa parte ottenendo una riduzione dell’imponibile su cui calcolare le imposte dirette e indirette, ma anche certificare operazioni di acquisto inesistenti, per far abbassare l’imponibile del soggetto che la riceve e la registra nella propria contabilità.
Nel caso in cui nella fattura ci sono errate indicazioni o omissioni del contribuente su uno o più elementi che la costituiscono, non si sconfina subito nella falsa fatturazione ma si parla di errata fattura che determina una dichiarazione dei redditi infedele.
Rischi e sanzioni
Le pene per chi emette fatture false, negli ultimi anni, sono aumentate da un minimo di 4 anni a un massimo di otto anni di reclusione, in caso di grandi evasori.
L’art.2 Dlgs n. 74/2000 prevedeva pene di un minimo di un anno e sei mesi fino a un massimo di sei anni, per chiunque mettesse in atto azioni per evadere imposte sui redditi o sul valore aggiunto, utilizzando fatture o documenti contenenti operazioni inesistenti.
Resta comunque il limite minimo di pena di un anno e sei mesi per gli importi fittizi sotto i 100 mila euro. Queste sono le sanzioni per persone fisiche, ma sono state inasprite anche quelle per le persone giuridiche.
Le imprese che emettono fatture false rischiano fino a 774.500 euro di multa, viene anche applicata la responsabilità amministrativa da reato degli enti prevista dal decreto legislativo n. 231/2001.
Quest’ultima ricorre se l’illecito penale è commesso interesse o vantaggio della società da parte dei vertici della stessa o a seguito dell’omissione di controlli dei vertici sui subordinati.
Tra gli illeciti penali che rientrano in questa forma di responsabilità ci sono anche le sanzioni di frodi commesse con l’emissione di false fatture. Nel Dlgs n.231/2001 l’art 25-quinquiesdecies si legge: “in relazione alla commissione del delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti previsto dall’articolo 2 del decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74, si applica all’ente la sanzione pecuniaria fino a cinquecento quote“.
L’importo di una quota ha un valore minimo di 258 euro e un massimo di 1.549 euro, questa viene stabilita in base alle condizioni economiche e patrimoniali dell’impresa, in modo da rendere efficace la sanzione. Se viene applicata la quota massima bisogna moltiplicarla per cinquecento arrivano al massimo della sanzione pecuniaria di 774.500 euro.