Nello sconfinato panorama delle carte prepagate, oramai diffusissime e adatte ad ogni situazione oramai si è creato una sorta di standard che viene emulato da ogni concorrente: nel nostro paese il prodotto che ha lanciato il trend delle prepagate (note anche come carte di debito) è stato sicuramente il servizio delle Poste Italiane, con le Postepay, ancora molto diffuse sul territorio italiano, che nel corso degli anni sono state affiancate da altre della stessa “famiglia” come la Evolution dotata anche di IBAN.
Quali da non utilizzare?
Come detto nel corso degli anni sono nate tantissime prepagate o vere e proprie carte conto, ossia legate ad un conto corrente che nella maggior parte dei casi è gratuito nella versione base (carta conto è ad esempio la N26, mentre prepagata è ad esempio Hype), e non sono poche neanche le prepagate sottoscrivibili anche per i minorenni. I circuiti principali entrambi molto diffusi e sfruttati sono quelli di Visa e Mastercard, e oramai quasi tutte possiedono un IBAN europeo o italiano. Qualora decidereste di utilizzarla per l’accredito dello stipendio assicuratevi che il la carta conto o la prepagata presenti per l’appunto un IBAN italiano, che inizia per l’appunto con la dicitura IT.
Prestate particolarmente attenzione anche al plafond, ossia la cifra massima che può “contenere” il conto/carta che è molto diverso da prodotto a prodotto, così come i tassi di cambio qualora l’idea è di utilizzarla fuori dai confini europei (alcune carte infatti presentano tariffe discretamente elevate in tal senso).
Tra le carte prepagate da non utilizzare vi sono anche quelle che non hanno il contactless. Esse, ovviamente, devono essere usate in maniera molto sicura e conservate anche in portafogli anti truffa però possono decisamente essere utili soprattutto in un momento delicato come questo.