Per pagare le tasse universitarie, come principale punto di riferimento bisogna considerare il reddito familiare – se si è a carico dei genitori – o quello personale. Nel momento in cui ci si iscrive da zero al primo anno o si deve rinnovare l’iscrizione a quelli successivi, è necessario presentare l’ISEE (la procedura dal 2020 è stata semplificata grazie alla DSU precompilata). A proposito dell’Indicatore di Situazione Economica Equivalente, è bene ricordare che esistono specifiche fasce di reddito. A seconda di quella in cui risulta collocata la propria situazione, si può avere a che fare con un determinato onere per quanto riguarda le tasse universitarie.
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Tasse universitarie e ISEE: ecco cosa sapere
Per quanto riguarda l’anno accademico in corso, sono state introdotte diverse novità in merito alle tasse universitarie e al loro rapporto con l’ISEE e le fasce di reddito. La prima cosa da ricordare al proposito è che fino a 20.000 euro di reddito annuo c’è l’esenzione. Per quanto riguarda invece coloro i quali hanno un reddito fino a 30.000 euro, si parla di riduzioni comprese tra il 10 e l’80%.
Queste e altre novità sono state incluse nel decreto che il Ministero dell’Università e della Ricerca ha emesso il 26 giugno 2020. Entrando nel vivo di questi punti, è bene specificare che, secondo la normativa pre giugno 2020, i soggetti singoli e i nuclei familiari con un ISEE il cui valore non supera i 13mila euro risultavano esonerati dal versamento delle tasse.
Come sopra specificato, in virtù dell’emergenza economica causata dalla pandemia da SARS-CoV-2, le fasce di reddito sono state modificate e la no tax area è stata estesa a un ISEE di 20.000 euro.
Ribadiamo anche che, oltre a questo cambiamento, vanno considerate anche le riduzioni. In questo caso si tratta di un vero e proprio sistema scalare che parte da un minimo pari al 10% per arrivare a un massimo che, invece, corrisponde all’80.
Da non dimenticare è altresì la possibilità, gestibile da ciascun ateneo, di introdurre ulteriori agevolazioni per le singole posizioni, mettendo sempre in primo piano il criterio della progressività.