La situazione economica e politica attuale, con la formazione di un nuovo governo definito come “tecnico” sta tenendo con il fiato sospeso diverse tipologie di cittadini, lavoratori e risparmiatori, perchè non è ben chiara quale sarà la strada scelta dal nuovo esecutivo sa ogni punto di vista: l’intenzione da parte di quello che sarà molto probabilmente il nuovo premier, ossia Mario Draghi è quello di combattere l’evasione fiscale e di attuare un piano economico basato sulla progressività, ossia sull’aliquota “flessibile”. La preoccupazione da parte di alcuni risparmiatori riguarda anche un possibile incremento sulle tasse da pagare.
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Tasse sul conto corrente
Questo perchè, nonostante molte banche non presentino più un canone fisso, tutti i titolari di un conto corrente devono far fronte a due tipi di tassazione, nella fattispecie l’imposta di bollo e la ritenuta fiscale sugli interessi creditori maturati.
La prima “colpisce” i correntisti con un saldo medio annuale ai 5000 euro, mentre per chi è sotto questo limite, c’è l’esenzione dall’imposta di bollo. Per chi invece presenta un saldo medio superiore ai 5000 euro (per capire se si è sopra o sotto questo limite si calcola la somma delle giacenze giornaliere in 365 giorni) l’imposta di bollo è di 34,20 €, mentre si parla di 100 € annuali per le persone giuridiche, indipendentemente dal saldo annuale.
Molte banche si offrono di pagare automaticamente questa cifra, detraendo l’equivalente dal conto, a badenza mensile, trimestrale o annuale.
La ritenuta fiscale sugli interessi creditori a partire dal 1° lugio 2014 è del 26 % della somma maturata sul conto corrente.
Tasse in aumento?
La prospettiva di nuove tasse preoccupa i risparmiatori, e i dialoghi tenuti dalle forze politiche con Mario Draghi da partiti come la Lega servono proprio per scongiurare, almeno nelle intenzioni, nuovi rincari.