La moneta da 50 lire italiana ha rappresentato una delle emissioni di maggior circolazione durante la seconda metà del 20° secolo: anche per questo motivo ancora oggi a quasi vent’anni dalla dismissione del vecchio conio risulta essere familiare ed immediatamente riconoscibile.
La versione più conosciuta delle è nota come Vulcano, per via della rappresentrazione del dio omonimo raffigurato su una delle superfici della moneta in questione, intento a battere su un’incudine.
La 50 lire Vulcano
Risale al dopoguerra la prima diffusione delle 50 lire Vulcano, realizzate in acmontial, una lega piuttosto comune all’epoca per la realizzazione di monete, composta da zinco, rame e nichel. L’altra “faccia” riporta un profilo di donna con la testa contornata di foglie di quercia e la scritta tutta intorno corona di foglie di quercia che corona di foglie di quercia che guarda a destra. Intorno alla testa di donna, c’è la scritta REPVBBLICA ITALIANA.
La “foggia” di queste monete è rimasta pressochè identica dal 1954 fino al 1989. A partire dall’anno successivo furono realizzate le versioni “piccole”, analogamente alle monete da 100 lire, mai realmente popolari presso gli italiani. L’ultima emissione è definita Italia Turrita. Tutte le emissioni da 50 lire repubblicane hanno avuto corso legale fino al 2002.
Quanto valgono?
Le 50 lire più rare sono quelle dei primi anni, sopratutto se in condizioni eccellenti: una 50 lire del 1954 in Fior di Conio può valere fino a 300 euro, una del 1958 può far guadagnare da 50 a oltre 1000 euro a seconda delle condizioni, poco meno per gli esemplari del 1959 e 1960. Meno rara la 50 lire del 1955 che vale da 5 euro a 180 euro.
Estremamente raro e prezioso un esemplare del 1954, leggermente differente dalle altre, riconoscibile per la scritta in piccolo Prova alla sinistra del dio Vulcano. Si tratta per l’appunto di un esemplare realizzato prima delle emissioni ufficiali, può valere fino a 6mila euro se in condizioni Fior di Conio.