E’ indubbio che la vastità dell’Impero Romano, così come la sua influenza politica e culturale che è ancora tangibile al giorno d’oggi, riesca a suscitare un fascino ed un interesse molto forte sopratutto in Europa, ed in particolare in Italia, dato che possiamo considerarci sotto molti punti di vista gli eredi di un impero così lungo e influente.
Ecco perchè le monete romane, molto diversificate nel corso dei secoli, rappresentano un argomento interessante dal punto di vista storico ma che possono anche essere una più che cospicua fonte di guadagno.
Monete repubblicane ed imperiali
La storia di Roma passa attraverso 3 forme di governo principali, regno, repubblica ed impero, ed è proprio sotto la repubblica che iniziano a diffondersi le monete come la Didracma, una delle prime monete della repubblica battute, particolarmente usate nelle province di influenza greca come il sud Italia. Non a caso il nome significa letteralmente doppa Dracma. Spesso queste monete raffigurano dei del pantheon greco-romano e in ottime condizioni possono valere tra i 400 e i 500 euro.
Successivamente iniziò ad essere coniato il Denario, una delle valute più longeve della storia romana, queste sono relativamente più diffuse in diverse zone d’Europa e possono valere tra i 40 ed i 250 euro, a seconda delo stato di conservazione.
Solo con l’Impero le monete iniziarono a circolare maggiormente in diverse forme e valute: l’aureo rappresentava una delle monete dal valore più alto, anche perchè realizzate in oro, e per questo una di queste monete vale generalmente dai 2000 euro fino ai 7000, com’è stato valutato un pietas augusti, un aureo recante l’effige dell’imperatore Gordiano III.
A causa di una difficoltà a reperire oro nel corso del Tardo Impero, questa monetà fu gradualmente sostituito dall’Antoniano, realizzato in bronzo come quello realizzato dalla zecca di Antiochia sotto l’imperatore Marciano parte da un valore di 500 €, a salire.