Il mondo della tecnologia è in continuo cambiamento ma ci sono alcune dinamiche che resistono ai segni del tempo perchè fondamentalmente non ci sono reali motivazioni per mutare. E’ il caso delle truffe telematiche, che nel corso dei decenni hanno subito sostanzialmente poche variazioni per adattarsi a contesti sensibilmente differenti.
Dalle prime email contenenti virus e malware, si è passati nelle ultime due decadi al phishing ossia la tipologia di raggiro online che porta l’utente stesso a selezionare un link fasullo che “imita” un messaggio o una mail associabile ad un’azienda o un servizio conosciuti per poi “fare danni” di diversa natura. Smishing e vishing sono rispettivamente due varianti sempre più diffuse del phishing, rispettivamente relative agli sms oppure ai messaggi audio. L’intento di chi sviluppa queste truffe è il furto di dati, che in molti casi racchiudono informazioni importanti, anche relative a conti correnti.
La truffa del “pacco in giacenza”
In una società che conta praticamente uno smartphone a persona, continua a “mietere vittime” uno dei raggiri più diffusi, sopratutto nei periodi festivi, lo smishing del Pacco in giacenza, ossia un messaggio che arriva tramite SMS che simula in maniera più o meno credibile uno inviato dalle Poste italiane o da qualsiasi altro corriere.
Anche se solo una piccola percentuale degli utenti apre il messaggio e seleziona il link interno (si parla del 5 %) oltre 2mila segnalazioni sono state recapitate presso la Polizia Postale italiana.
Ecco cosa succede e come difendersi
Solitamente il messaggio presenta toni allarmistici o che sono scritti in modo tale da scatenare la curiosità se non l’allarmismo vero e proprio. Per difendersi basta usare il buonsenso e controllare la natura del messaggio: spesso questi presentano errori grammaticali evidenti.
Il consiglio primario è di non aprire assolutamente questi messaggi, sopratutto se prevedono l’inserimento di dati personali. Se abbiamo “abboccato” a questa truffa è fortemente consigliato cambiare le nostre password presenti nel dispositivo e all’occorrenza formattare lo smartphone.
Per il furto di dati è possibile contattare la Polizia Postale attraverso questo link.