La terminologia comune legata al mondo dell’economia e della gestione del denaro si è arricchita di numerosi termini un tempo legati esclusivamente al contesto bancario, ma che oggi sono utilizzabili anche da parte di chi usa una comune carta prepagata, perchè in buona sostanza i contesti tra conto corrrente, libretti, carte prepagate e di credito hanno più di qualcosa in comune. Un esempio è costituito dall’estratto conto, una forma di documentazione spesso un po’ sottovalutata ma che risulta essere obbligatoria ed in alcuni casi necessaria ad esempio se bisogna dimostrare una irregolarità di qualche tipo.
Estratto Conto: a cosa serve, e come richiederlo?
L’estratto conto infatti non è altro che un resoconto dettagliato dei “movimenti” legati alla nostra situazione finanziaria, che può essere legata ad un conto, libretto o qualsiasi altra forma di strumento analogo.
In molti casi viene erogato a cadenza regolare dalla banca senza una vera e propria “richiesta” da parte del titolare, a intervalli di 3, 6 o 12 mesi. Sono elencate dettagliatamente le uscite, ossia le spese, gli addebiti e le trattenute, così come le entrate, ossia bonifici in entrata, assegni, ricariche, rimborsi, stipendio e pensioni.
Ogni “movimento” deve essere munito di data e ora, oltre che di una dicitura che certifichi la “provenienza” del movimento. Ogni banca è tenuta legalmente a fornire una copia dell’estratto conto quando espressamente richiesto (questa operazione può essere oramai effettuata tramite home banking così come attraverso una raccomandata presso la propria banca, ma anche recandosi fisicamente in filiale) ed entro 90 giorni dalla richiesta di una copia dell’estratto conto la banca è tenuta a fornire una risposta.
Come accennato la funzione principale dell’estratto conto è quella di controllare in maniera precisa ogni forma di movimento, in quanto funge da documentazione ufficiale anche per ottenere diverse forme di calcolo del reddito come l’ISEE che per l’appunto necessita anche di questo documento.
